Oblivion, già famosi per le loro pillole dei I promessi sposi sul web, si sono rivelati molto più estrosi e irriverenti – in senso buono – del Quartetto Cetra a cui sono stati di frequente paragonati dalla critica, manifestando tratti cantautorali dei migliori Gaber e Iannacci, o echi comici alla Proietti. Seguendo una scia all’insegna dell’ironia, il duello iniziale tra Iago e Cassio è stato rivisitato in una sfida esilarante a colpi di piuma e inchiostro… gridando i versi di Arrigo Boito: tutto c’entrava e la penna feriva più della spada, siccome «siamo la Montblanc con cui ti faccio fuori», ha intonato di recente Ligabue. Il dialogo monotono tra il Moro e Desdemona è diventato La canzone mononota di Elio e le Storie Tese, sino alle imitazioni canore di Vasco Rossi e dello stesso Ligabue, dimostrando un’ampiezza vocale e una capacità di immedesimarsi in qualsiasi situazione fuori scala. I duetti aprivano il sipario, proseguendo con un crescendo che portava tutti gli attori sul palco per l’apice della scena, evitando fluidamente che gli spettatori distogliessero l’attenzione. Non è stato necessario un intervallo per “tirare il fiato”, l’Othello – l’H è muta – è stata l’occasione più divertente dello scorso sabato sera copparese.
Matteo Bianchi (La Nuova Ferrara)
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