Oblivion
Sussidiario da ridere con gli Oblivion

Sussidiario da ridere con gli Oblivion

Grande successo del gruppo al Rossetti, dove replicano fino a domenica la loro imprevedibile comicità.

Si può superare se stessi? Se ci si chiama Oblivion la risposta è sicuramente affermativa. Il loro debutto, martedì sera al Rossetti, dove replicheranno fino a domenica compresa, è stato la conferma della loro continua crescita artistica, che raggiunge vette sempre più alte grazie alla loro comicità travolgente, e mai banale. Il loro Oblivion Show 2.0-Il sussidiario è la summa di un percorso artistico fatto con umiltà, passione e tanto talento. Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli confermano le loro doti artistiche portando in scena uno spettacolo esilarante, e al contempo molto impegnativo. È una macchina perfetta che prende forma nella sua complessità davanti agli occhi increduli degli spettatori. In questo nuovo incontro col pubblico giuliano, che già dalla prima ha affollato il teatro in ogni ordine di posto, sono riusciti a far ridere a sipario chiuso. Certo, perchè gli spettatori si sono ritrovati di fronte al trailer de “L’infinito” di Giacomo Leopardi e de “La cavallina storna” di Giovanni Pascoli, che “oblivionate” si sono trasformate in kolossal hollywoodiani. Un incipit in stile americano? No, perchè, imprevedibili come sempre eccoli sul palco in pieno stile Bollywood, prima di concentrarsi sul gioco “Chi vuol esser Sussidiario” e quindi a sbirciare le nuove tecniche utilizzate nell’insegnamento, magari in un “Istituto techno”, dove gli insegnamenti sono veloci, moderni e spesso imprecisi. Una tradizionale lezione di solfeggio e poi via, nella parodia di Pinocchio. Il pubblico si entusiasma ed è già in sintonia con i cinque monellacci più divertenti dello spettacolo italiano, quando rimane incantato dalla performance di una Vocalist impegnata in un duetto del tutto inusuale. Dopo Roberto Benigni,Vittorio Gassman,Carmelo Bene e, perchè no, anche Rex che leggono Dante, ecco gli Oblivion alle prese con l’Inferno, una lettura pungente, dissacrante e ovviamente vincente. Non mancano i momenti più amati dal pubblico, come quello dei Boy Scout che vengono disturbati nelle loro canzoncine voce e chitarra, gli abbinamenti impossibili e le canzoni mimate. Ma in questa nuova avventura c’è spazio anche per materiale inedito, che sa segnalare alcuni vizi della società moderna. Il loro gusto un po’ retrò si abbina bene alle frontiere più estreme della musica, sapendo passare da J. Sebastian Bach a Lady Gaga, ma questa è la chiave di lettura che si potrebbe applicare all’intero spettacolo. Ritrovare il Cafè chantant nel Burlesque, o essere capaci di dimostrare come erano belli i tempi in cui i treni arrivavano in orario per poi cercare di capire cosa possa essere Chic oggi. Giovani che sanno attingere a piene mani dal passato, ricreandone le atmosfere, ma anche giovani non più teenager che sanno parlare ai giovani di oggi, proponendo loro un Sussidiario, che non esiste più nelle scuole moderne, questi sono gli Oblivion.

Sara Del Sal (Il piccolo)

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