Oblivion
Othello, la H è muta – Recensione

Othello, la H è muta – Recensione

[Locarno SVIZZERA] Teatro esaurito. Studenti in effervescenza. Spettatori raggianti e meritati applausi a non finire agli Oblivion al termine di “Othello, la H è muta” mix di arie d’opera, citazioni, canzoni grottesche e nonsense che ha chiuso in bellezza e in modo spumeggiante la stagione teatrale locarnese 2013-14.

In “Othello, la H è muta” gli Oblivion – ovvero Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli – sotto gli occhi esterrefatti di Giuseppe e William (Verdi e Shakespeare), presenti sul palco in due gigantografie, hanno demolito a colpi di grottesca ironia sia l’Othello di Shakespeare sia quello di Verdi in uno show in cui, oltre a cantare, hanno recitato, si sono agitati e hanno dissacrato tutto e tutti, con musiche dal vivo e un soggetto unico: il fazzoletto. Al loro fianco sul palco, il maestro Denis Biancucci, sesta entità di questo delirio teatrale, li ha accompagnati al pianoforte e ha ingaggiato con loro anche un esilarante match a colpi di tasti!

La regia è stata di Giorgio Gallione, una grande nome del teatro italiano.

William Archer (La Regione Ticino)

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