Oblivion
Oblivion, un sussidiario di risate con Dante, il Papa e il «berlusque»

Oblivion, un sussidiario di risate con Dante, il Papa e il «berlusque»

LUMEZZANE. Debutto di stagione in un Odeon tutto esaurito con lo straordinario quintetto bolognese
Dall’omaggio al Quartetto Cetra alle «canzoni per non udenti» dalla storia di Pinocchio in sei minuti ai boy scout di «Cazzottissima»

Musica, comicità e un pizzico di critica sociale: il «circo volante» degli Oblivion è «atterrato» venerdì sera all’Odeon di Lumezzane per la serata di apertura della stagione teatrale. Il quintetto bolognese – composto da Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vignarelli – ha entusiasmato il pubblico che ha esaurito platea e galleria del teatro valgobbino, dimostrando di essere definitivamente «cresciuto» dopo aver mosso i primi passi sul web (i video con le loro esibizioni, ormai diventate di culto, sono state visitate più di due milioni di volte su Youtube e la loro pagina di Facebook conta oltre 11 mila fans).
Invariati gli «ingredienti originali» che hanno contribuito a creare il «fenomeno» Oblivion – grande musicalità, affiatamento e innovazione -, il quintetto si è presentato sul palco con uno show intitolato «Il sussidiario 2.0», una sorta di «aggiornamento» di un repertorio già collaudato, con l’aggiunta di nuovi spunti fatti di gag e battute, canzoni e rivisitazioni, ma soprattutto una crescente padronanza dello spazio scenico. Merito anche di Gioele Dix – confermato alla regia -, un valore aggiunto, e non da poco, dietro le quinte.
PER LA GIOIA dei fans, i cavalli di battaglia storici non sono stati esclusi. Passando dall’omaggio al Quartetto Cetra per arrivare alle esilaranti «canzoni per non udenti» mimate dal bravissimo Davide Calabrese. Ritorna anche l’esilarante «Cazzottissima», dove le canzoni, fatte «saltare» da un dispettoso Calabrese che prende a pugni un giradischi, sono interpretate da un gruppetto di boy-scout. Entrano di diritto negli «evergreen» anche le otto tragedie di Shakespeare in otto minuti, reinterpretate musicalmente in stile «Porta a porta», facendo leva sulla loro carica sanguinaria da cronaca nera, clou dello spettacolo insieme agli «Esercizi di stile».
In una lotteria funambolica, i cinque mattatori sono riusciti a coniugare i cantanti e gli stili più disparati, interpretando «Se bastasse una canzone» di Eros Ramazzotti nella polifonia tipica dei canti sardi, «Rose rosse» di Massimo Ranieri in stile Beach Boys, mescolando Lady Gaga con Bach, fino a un dissacrante connubio tra i testi di Zucchero e la voce di papa Ratzinger.
CON LA CONSUETA eleganza e irriverenza, i cinque hanno raccontato storie epiche o semplici avvenimenti quotidiani giocando continuamente con la musica. E, come in ogni sussidiario che si rispetti, in questo nuovo spettacolo hanno trovato spazio tutte le materie: dal solfeggio alla storia, fino alla grande letteratura italiana dove Dante e Pinocchio cantano le loro avventure in soli sei minuti.
Aggiungendo – rispetto al «vecchio» tour – anche una vena «politica» non indifferente. Tra le novità spicca infatti una parodia del Burlesque che chiama in causa Olgettine, parlamentari e arzilli vecchietti in cerca di giovani compagnie, spiegando che basta un semplice cambio di vocale per trasformare «Burlesque» in «Berlusque»…

Alessandro Faliva (Bresciaoggi)

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