Oblivion
Oblivion, applausi e risate a crepapelle

Oblivion, applausi e risate a crepapelle

CORMONS. Esilaranti, irriverenti, travolgenti: e l’elenco potrebbe continuare a lungo senza riuscire a rendere appieno l’effetto che producono sul palcoscenico gli Oblivion (al secolo Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lo- renzo Scuda e Fabio Vagnarelli).
Un mimo-sputafuoco, una urlatrice emiliana, un musicista medievale, un norcino umbro e una ballerina di tip tap si sono incontrati diversi anni fa all’Accademia del musical di Bologna: è scoccato il colpo di fulmine. Sono diventati un fenomeno su youTube con i loro “Promessi sposi in dieci minuti” un Bignami in parodia del tomo manzoniano (150 mila contatti in due mesi). Ora girano l’Italia con “Oblivion show”, per la regia di Gioele Dix, che
ha fatto tappa l’altra sera al Teatro comunale di Cormòns, strappando risate e applausi interminabili. Le trovate comiche si accompagnano a un talento canoro e scenico eccezionale. Nel circo degli Oblivion troviamo i boy scout sbarazzini che intonano le tipiche canzoni da gita (da “Azzurro” a “C’era un ragazzo”). Peccato che il cinico mimo (Davide Calabresi) si diverta, dando cazzotti ad una cassa, a rovinargli la festa.
A ogni pugno, la canzone salta, come un disco rotto, alle strofe precedenti, poi al ritornello, poi si incanta. Finché i boy scout non gli rendono pan per focaccia, quando tocca al mimo presentare le canzoni per non udenti: gli cambiano in continuazione la musica a suon di pugni, fino astremarlo. Irresistibile il gioco del blob canterino, dove Eros Ramazzotti viene trasformato in un coro di pastori sardi, Massimo Ranieri incontra i Beach boys, i testi di Zucchero diventano una liturgia di Papa Ratzinger e una Zebra a pois diventa un inno rap stile Fabri Fibra per salvare gli animali dal conformismo dei benpensanti (leoni frisée e rane con i fuseaux, abbiate il coraggio di palesare la vostra diversità).
Tra ronde padane e tribune politiche – è nato un nuovo partito che propone di sconfiggere l’inquinamento dotando ogni famiglia di un maiale mangia scorie –, tra cronaca nera in salsa shakespeariana e un omaggio al quartetto Cetra, si arriva al gran finale: “Fratelli d’Italia” mimato dai calciatori azzurri. Meraviglioso.

(I.P.) Messaggero Veneto

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