Oblivion
L’Otello pop-rock degli Oblivion tra Rettore e Mercury

L’Otello pop-rock degli Oblivion tra Rettore e Mercury

[MONTECCHIO MAGGIORE] Solo gli Oblivion potevano trasformare Otello in Bal-otello e Desdemona in Desde-mòna. Teatro esaurito e applausi diventati addirittura battimani a Montecchio Maggiore per il quintetto bolognese composto da Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli che hanno portato in scena “ Othello, la H è muta”. Uno spettacolo ricco di ironia, gag esilaranti e arie d’opera. In poco più di novanta minuti i cinque attori-cantanti riescono a far divertire e far ridere fino alle lacrime gli spettatori. Già dall’apertura del sipario e lo show comincia in dialetto veneto con la descrizione del famoso fazzoletto, ricamato con enormi fragole, per poi raccontare il dramma trasformandolo, da opera e tragedia, in parodia e commedia. Ed è in questo contesto che gli Oblivion danno il meglio di loro stessi: il coro dell’overture di Verdi cambia e diventa di punto in bianco il coro della Champions League, il monologo di Iago diventa un mimo, quello di Otello una canzone di Ligabue e il dialogo fra il Moro e Iago sulla gelosia viene descritto prima secondo lo stile di Piero Angela e poi di Dario Fo.
Uno spettacolo che, in alcuni tratti diventa addirittura concerto, con il quintetto capace di notevoli abilità canore. Innumerevoli poi le citazioni da Battisti a Vasco Rossi e Freddy Mercury da Rettore, con l’esilarante “ Il Cassio non è un serpente”, a Caterina Caselli alla scena madre, l’uccisione di Desdemona, che da drammatica diventa divertente con “Nessuno mi può soffocare”. Applausi scroscianti.

A.F. (Il Giornale di Vicenza)

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