Oblivion
Gli “Oblivion” stupiscono e conquistano l’arena Neri

Gli “Oblivion” stupiscono e conquistano l’arena Neri

Con satira e humor si reinventano Renzo e Lucia. Alto l’indice di gradimento per il terzo spettacolo di Catonateatro

«Adesso vi aspettate il bis? Ok. Ebbene, lo avete voluto voi». Si fanno la domanda e si danno ironicamente anche la risposta Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli, annunciando dieci minuti (da non perdere) nelle vesti dei protagonisti de “I promessi sposi”. Sono gli Oblivion: cinque irresistibili artisti, cantanti e attori, cabarettisti e comici che hanno fatto dell’arena “Alberto Neri” un cuore propulsivo di satira e di humor giocando, a volte in modo più nascosto e a volte più aperto, con la musica.

Che siano storie epiche o semplici avvenimenti quotidiani; canzoni famose ricomposte in modo surreale oppure testi originali; o ancora, il grande amore tra Lucia e Renzo diventato letteratura; fatto sta che a trionfare è l’immagine sana e vitale di questo gruppo giovane ma decisamente affiatato. «Abbiamo iniziato giovanissimi e questo certamente ci ha aiutato. Dieci anni insieme non sono pochi per conoscersi meglio nella vita quotidiana, nell’affrontare difficoltà e gioie delle prime trasferte e soprattutto per crescere artisticamente», ammettono i cinque protagonisti mentre sulle ultime luci dell’Arena vola via il terzo appuntamento della rassegna. Ancora una volta, vincendo una delle tante sfide della sua vita, Lillo Chilà ha colto nel segno, colmando una “lacuna”. «Al Nord, siamo richiestissimi. Da voi, invece, non è così e non riusciamo a capire il motivo. Anche perché, sono tantissime le e-mail di apprezzamento che riceviamo dalla Calabria e dalla Sicilia».

In effetti, se è stata una conferma per quanti conoscevano ed apprezzavano il gruppo, seguendo con una attenzione lo spetta- colo, come il procuratore Giuseppe Creazzo e la moglie Marina; per tanti altri, invece, è stata una lieta sorpresa. «Davvero, ne è valsa la pena. E mi dispiace per quegli spettatori che hanno fatto la scelta di non esserci, pensando ad una serata sottotono. Sono sicura, di questi ragazzi sentiremo parlare», dichiara Franca Minniti. Dal solfeggio alla storia arrivando alla grande letteratura italiana dove Dante e Pinocchio cantano le loro avventure in soli sei minuti e “I promessi sposi” in soli 10 minuti: è questo il viaggio nell’originalità dell’arte che coniuga cabaret ma anche cafè chantant e la satira di costume che, anche quando alza il tiro, non arriva mai ad essere mai volgare. È questa la considerazione che fa Mirella Travia al cospetto degli artisti che, deposti i panni della scena, restano dietro le quinte con il pubblico mentre le “maschere” della Polis Cultura sono già pronte per la foto ricordo che ormai rappresenta un appuntamento del cuore. Dalle parodie e rivisitazioni ironiche nascono anche tanti spunti di riflessione: è l’immagine dell’artista che sul palcoscenico non si dimentica di essere un privilegiato e da questa posizione rilancia aspetti e considerazioni che fanno parte della nostra vita quotidiana. «Il nostro compito è anche questo. Abbiamo un’arma in più per arrivare al cuore della gente ed è una funzione sociale che intendiamo svolgere fino in fondo. Un modo di essere utili ».

Cristina Cortese (Gazzetta del sud)

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