Una co-produzione Il Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e Malguion s.r.l.
con Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli
Testi di Davide Calabrese e Lorenzo Scuda
Musiche di Lorenzo Scuda
Regia – Gioele Dix
Coreografie – Francesca Folloni
Disegno Luci – Raffaele Perin (A.I.L.D.) in collaborazione con Claudio Tappi
Tour manager – Erika Ripamonti
Audio – Giuseppe Pellicciari, Corrado Cristina (Mordente Music Service)
Luci – Claudio Tappi (Octavius Corporation)
Elettricista – Manuel Gamberini
Macchinista – Albertino Criscione
Costumi – Malguion
Realizzazione scene – Dante Ferrari
Foto – Piero Casadei
Ufficio Stampa – Cristina Atzori
Management – Paolo Scotti per BaGS Entertainment
Per la distribuzione – BaGS Entertainment
Organizzazione e booking – Matteo Mantovanelli
Per la produzione Il Rossetti, Teatro Stabile del Friuli Venezia-Giulia
Direttore organizzativo Stefano Curti
produzione Roberta Torcello
amministrazione Maura Catalan
ufficio stampa Ilaria Lucari
ufficio tecnico Paolo Giovanazzi
ufficio marketing Greta Petronio
OBLIVION SHOW 2.0 IL SUSSIDIARIO è un compendio irresistibile di musica e comicità. Non un semplice aggiornamento ma una vera e propria evoluzione dello stile Oblivion che riesce a mescolare Lady Gaga con J.S. Bach e Tiziano Ferro con William Shakespeare.
Con la consueta eleganza e irriverenza, i cinque madrigalisti post moderni raccontano storie epiche o semplici avvenimenti quotidiani giocando continuamente con la musica. Il più delle volte li vediamo massacrare canzoni e testi famosi e ricomporli in modi surreali, altre volte si cimentano con virtuosi esercizi di stile e canzoni originali.
Come in ogni sussidiario che si rispetti, in questo nuovo spettacolo troviamo tutte le materie: dal solfeggio alla storia, fino alla grande letteratura italiana dove Dante e Pinocchio cantano le loro avventure in soli sei minuti.
Gli Oblivion giocano per tutto lo show, indossando le vesti ora di innocenti boy-scout alle prese con un losco disturbatore, ora rievocando le fumose atmosfere del Cafè-Chantant. Il cronometro scorre inesorabile e con un ritmo forsennato tra motivetti retrò e sonorità tecno.
Ma Oblivion Show 2.0 il sussidiario non è solo corse contro il tempo, travestimenti e giocoleria musicale. Nel susseguirsi degli sketch, tra un cazzotto e una canzone mimata, si nasconde uno sguardo impietoso sull’attualità e su una società che assomiglia sempre di più a una parodia.
Note di regia
Mi piace lavorare con gli Oblivion, perché sono artisti che sanno crescere ed evolversi, pur restando “fedeli alla linea”. Giunti al terzo anno consecutivo di tournee con uno show che non smette di entusiasmare il pubblico, hanno deciso di scommettere sull’innovazione di parte del loro repertorio. Mettere in scena altre parodie di opere letterarie, inventarsi altri ingorghi di parole, giocare e improvvisare su altri generi musicali, ecco il loro programma. E così citano il cafè chantant, reinterpretano i musical di Bollywood, irridono l’eccesso di rap e pop e, nel contempo, ironizzano sui vizi contemporanei, sulle derive pseudo intellettuali, sulle omissioni della nostra memoria collettiva. I loro “numeri” fanno ridere e anche pensare, come nella migliore tradizione della comicità di qualità. Fare ancora da guida agli Oblivion, suggerendo qualche nuova soluzione scenica e qualche stratagemma teatrale, è un compito per me gradito oltre che agevole, favorito tanto dal loro talento quanto dal loro innato senso del palcoscenico.
Gioele Dix