Oblivion

Francesca Folloni

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Francesca nasce paonazza e coi peli dei capelli fino agli occhi.

Questa tendenza al capello lungo la accompagna per i cinque anni delle Elementari in cui i suoi capelli arrivano fin là dove le natiche sorridono. In questi anni l’unica parrucchiera che conosce è la madre che, essendo sarta, le spunta di tanto in tanto i capelli con un unico taglio deciso delle sue forbici extra large. Le acconciature di questo periodo artistico sono i capelli sciolti o la coda di cavallo.

Alle Medie capisce che è arrivato il momento giusto per darci un taglio. Sono gli anni 80, accorcia i capelli sotto alle spalle e sfoggia una stilosissima doppia frangia la cui manutenzione prevede ore davanti allo specchio per doppio-phonare e fissare con lacca L’Orèal ultra-forte. La fatica, tuttavia, non viene ripagata perché ogni volta che sale sulla bici, l’impalcatura inevitabilmente s’impenna a mo’ di vela rimanendo verticale per il resto della giornata. Francesca abbandona così la doppia frangia in favore di un ciuffo sempre molto laccato, ma che più si confà alle sue necessità ciclistiche. Quest’aria un po’ sbarazzina la spinge a giocare coi colori e con l’unico e originale Crystal Soleil, col quale ossigena i capelli più volte fino alla nuance preferita. Finalmente è bionda, o quasi. Ma il colore troppo chiaro su di una carnagione altrettanto chiara la annoia e, appena riconquistato il suo colore naturale, decide che è ora di intraprendere un nuovo percorso artistico. Il riccio. Francesca si fa la permanente, questa volta dal parrucchiere, che le cola sulla testa un acido che puzza di uovo marcio, ma che alla lunga non è niente male.

I primi anni del Liceo sono segnati dallo sballo dell’acido che la rende dipendente e la obbliga periodicamente a recarsi dal parrucchiere in crisi d’astinenza. L’abuso di acido la fa sia uscire di testa, sia uscire con la testa a volte ramata, a volte mogano e altre nero violino. Non potendo più farne a meno, se lo  procura anche per farselo da sola, a casa, all’occorrenza. Con gli anni Francesca esce faticosamente dalla dipendenza e entra in un nuovo periodo artistico: si adatta ad un colore qualsiasi purché le copra i capelli bianchi.

Negli ultimi anni sceglie un taglio estroverso che a seconda che lo si guardi da davanti o da dietro sembra ora lungo, ora corto. Francesca, attualmente, è alla ricerca di un parrucchiere a cui affidarsi ciecamente che le tagli i capelli con le forbici e non con lo sfoltino.

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